lunedì 24 gennaio 2011

La Pizza Ebraica e la Roma che non c'è più...

Ho vissuto per 25 anni in quello che per me è il cuore di Roma: Trastevere.
Qualcuno potrebbe obiettare che il cuore di Roma è altrove.
Dipende dai punti di vista, ovvio: ognuno ha il proprio o, meglio, ognuno ha vissuto la sua Roma.

C'è la Roma delle borgate (grazie Pasolini per averla immortalata con delle immagine uniche), c'è la Roma storica, c'è la Roma povera, la Roma ricca, la Roma per bene, la Roma della Dolce Vita, la Roma dei Palazzi e dei palazzinari, la Roma dei monumenti, la Roma della campane, la Roma delle fontane...potremmo far diventare questo elenco infinito...perché Roma è infinita, come la sua storia.

Sta di fatto, però, che la Roma che ho vissuto nella mia infanzia ora non esiste più. E' letteralmente sparita!
Invasa da automobili, negozi, centri commerciali, ristoranti che ne snaturano l'origine e ne ingoiano quei pochi avanzi...

Certo, molte bellezze ancora sono lì, intatte nella loro rovina, ma sempre più annerite da decenni di smog. Quello che invece non c'è più è un'altra bellezza, quella che non sempre si vede, ma che si sente e si percepisce attraverso i volti della gente e, soprattutto, i profumi della strada, dei vicoli.

Una volta, passeggiando per le stradine del centro, venivi inebriato dagli aromi delle pasticcerie o dall'effluvio dei forni, e immancabilmente ti lasciavi guidare dal naso, seguendo quell'invisibile scia che ti portava dentro quelle porticine, timidamente nascoste, quasi si vergognassero di esisitere e di offrirti delizie a dir poco prelibate.

Nessuna insegna, nessuna pubblicità, nessun volantino destinato immancabilmente a insozzare i marciapiedi limitrofi. Il negozio era lì, ambito premio di una ricerca guidata dall'olfatto, o solida testimonianza di un affezione consolidata negli anni.

Ora non è più così.
Ecco. E' questa la Roma che a me manca.

E per ritrovare questa atmosfera devi andare in quei posti dove la tradizione è ancora radicata, viva, nonostante le invadenti minacce dei locali adiacenti.

Così domenica mattina mi sono incamminato con la voglia di rivedere l'Antico Ghetto di Roma, una dei ghetti più antichi ancora esistenti.
Qui potete trovare, forse, l'ultimo scampolo disponibile di quella Roma che non c'è più.
Forse...

Erano almeno 3 anni che non ci passeggiavo, ma 3 anni sono stati sufficienti per far scomparire le ultime bottegucce di casalinghi, quegli antri bui e disordinati, dove l'odore dei detersivi ti entrava fin dentro le ossa (ricordate la sensazione?);  è scomparso anche il più antico (1820) negozio/magazzino di oggetti di cucina, dove potevi trovare offerte vantaggiosissime di tutti i tipi e per tutte le tasche.

Edit del 21.3.12
Inserisco qui una rettifica: come giustamente mi ha fatto notare il titolare del negozio in un commento di oggi, la loro attività è ancora in quella sede! Evidentemente quel giorno ero troppo preso dal rivivere altre emozioni e mi è sfuggita l'insegna esterna, visto che era domenica ed il negozio era chiuso..
Mi scuso per l'equivoco.


Al loro posto sono spuntati altri ristoranti, contornati da camerieri che dal centro della strada e menù alla mano ti invitano - anche ad orari improbabili - a provare la cucina del locale che rappresentano.....
Mai entrerei in quelle mura....

Stavo quasi per tornarmene sconsolato quando - a mio rischio e pericolo - ho voluto tentare la sorte....e vedere se ancora fosse lì, all'angolo, il mitico forno Boccione... ormai sarebbero bastati ancora pochi passi per scoprirlo... e poi quel tipico gruppetto di donne che stazionava lì in fondo sembrava proprio quello di 40 anni fa...e se ci sono loro....quasi sicuramente....

(Foto gentilmente concessa da nessundove.net che ne detiene i diritti)
SIIII! Esiste ancora!!!

Inizio prima a guardarlo da fuori, quasi diffidente, come a dire: "qui sotto c'è la fregatura, non puo esser vero". Poi, scrutando i lineamenti sulle facce delle persone lì accanto, ho capito che nulla era cambiato in questi ultimi 40 anni.

Mi avvicino. Guardo subito in alto...bene! Niente insegna! Altra conferma che nulla è cambiato.
Entro (mortificandomi per non aver con me la reflex).

Non c'è tempo per i ricordi. La fila scorre veloce, è la clientela di sempre e sa sempre quello che vuole. Non aspetta. Non riflette. Dall'altra parte del bancone riconoscono subito una faccia nuova e la guardano quasi spazientiti, perché già sanno che farà loro perder del tempo. E' domenica mattina. C'è gran folla. Mi metto da parte, in un cantuccio ad osservare.

Al di là del vetro appannato dai calori, il ritmo è frenetico, ma i movimenti sono quelli di sempre, assimilati e prefezionati da generazioni di donne che si sono abilmente alternate nella conduzione di quello che, forse, è rimasto veramente uno degli ultimi scampoli della Roma dei Forni.

La signora bionda mi rivolge uno sguardo quasi interrogatorio, come a dirmi: "che ci hai da guarda'?", ma credo che i miei occhi le abbiano dato più di una risposta, anche perché subito dopo è arrivata Lei, il pezzo forte: La Pizza Ebraica.

Ora non esito neanche un istante: avvicino la mano con 3 dita alzate. Le parole sono superflue, basta il sorriso. Vorrei raccontarle di quando avevo 6 anni, e mangiavo la loro crostata di visciole passeggiando al Protico d'Ottavia, destinandone le briciole alla miriade di gatti che mi giravano attorno... ma oggi non c'è tempo per i romantici: "Domenica è sempre Domenica".

Mi ritrovo a camminare nel piazzale, ad occhi chiusi, assaporando e cercando quei sapori che hanno distinto la mia infanzia. Adesso che le papille gustative hanno solleticato i neuroni dei ricordi, ne ho la conferma: qui, in questo minuscolo angolo di Roma, nulla è cambiato.

Una valanga di canditi mischiati a frutta secca e amalgamati in un impasto che non ha bisogno di lievitazione.
Non sarà facile tentarne una riproduzione, ma è il minimo che potessi fare è provare.

Vi offro subito il mio primo tentativo: si avvicina molto come sapore, meno come aspetto, ma mi sento di dire che la strada è quella giusta:

(Fare click sulla foto per ingrandirla)
500 gr farina 00
125 gr zucchero
125 olio evo caldo
100 gr pinoli
100 gr mandorle tostate
140 gr canditi (preferibilemnte cedro e arancia)
100 gr uvetta
Mezzo bicchiere di latte

Impastate il tutto e stendetelo con le mani ad uno spessore di circa 2 cm su una teglia di ferro appena unta di olio e spolverata con farina di semola rimacinata. Infornate a 180° fino a cottura (40-45’ circa).

Quando la rifarò, perché LA rifarò, aggiungerò un uovo all'impasto insieme a delle zeste di limone e prima di infornare, darò una spennellata con albume appena sbattuto e mescolato a del latte.


(Fare click sulla foto per ingrandirla)
...ah, se passate da Roma, andate subito da Boccione: non so quanto durerà ancora. Spero per sempre!


Grazie e alla Prossima

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

91 commenti:

  1. Non la conoscevo prima ma adesso che ho visto quest'abbondanza di frutta secca ho una grossa tentazione. E mettici pure che non deve lievità come pensavo da titolo...
    Ciao ziè, buona settimana

    RispondiElimina
  2. Questi sono i post che preferisco. Questi sono quei 'moti interiori' che tutti con sfumature (pur) differenti abbiamo, gli stessi che hanno ispirato poeti, registi, intellettuali...e quelli con una sensibilità attenta e non incline al solo manierismo di sorta. Saper ripercorrere il filo della memoria attraverso un profumo, una fragranza, una faccia conosciuta in un negozio che ha fatto parte della nostra adolescenza non è sempre facile c'è sempre il rischio di essere affettati, di non essere equilibrati o peggio ancora di voler solo adempiere ad un esercizio di stile.
    La differenza in questo caso la fa solo il cuore lo stesso che lo ZioPiero usa nello scrivere condividendoci forse molto più di quello che si pensa :)
    Zio mi permetti un eccesso di confidenza...secondo me la macchina fotografica non l'hai dimenticata per un caso...anche perchè credimi (ma è una opinione personale) forse nessuna immagine avrebbe reso qualcosa in più delle tue parole :))
    La ricetta la segno...ma non avercene a male se ti dici che forse mi rimarrà di più il tuo racconto di Roma :)

    RispondiElimina
  3. Io di Roma conosco davvero pochissimo, e quando "gironzolo" uso la guida turistica :O....emh, così almeno so dove mi trovo!
    Cmq mi piace conoscere questi posti che sulle guide sicuro non ci sono...
    Zietto perchè non mi scrivi anche di qualche posto dove se non si può NON andare se ti trovi a Roma?
    Ongi consiglio è ben accetto!
    Che ne so, pizzeri,e pasticcerie, bar,cornetterie...
    vi devo ringraziare ancora per SAID, non sapevo prprio della sua esistenza!
    Per la pizza...non ho idea nemmeno di come sia il sapore..mai assagiata!; naggia a me.. sono davvero "gnurante". :P

    RispondiElimina
  4. Non conosco Boccioni, mentre conosco bene la sensazione che descrivi: ritrovare Roma snaturata e' quello che provo spesso, a passeggiare nelle stesse strade dove passavo da bambina. E si che non mi pareva fosse passato cosi' tanto tempo :-)))

    Prometto di passare da questo forno al prossimo rientro, anche perche' questa pizza proprio non la conoscevo!

    RispondiElimina
  5. Mannaggia a te,mi hai fatto venire voglia di una gita romana e di andare da Boccioni.
    Chettepossino

    RispondiElimina
  6. Che bella domenica mattina di ricordi e sapori che ti sei regalato!

    RispondiElimina
  7. Bel racconto Piero. Comunque dai, i palazzi ed i quartieri a Roma non cambiano radicalmente come a New York dove sfrattano, smantellano e ristruiscono in quattro e quattr'otto in base al nuovo centro commerciale da costruire... o no?

    RispondiElimina
  8. Che bello quanti ricordi....la torta spettacolare di ricotta e visciole, le cimabellette di pesach....i mitici bruscolini!!!!
    Ricordo che per anni la torta di ricotta e visciole è stata onniprensete ai miei compleanni, e non mancava mai la pizza ebraica, con il suo colorito bruno e il suo sapore etereo.

    Un saluto
    Eleonora

    RispondiElimina
  9. che ricordi zì, la crostata di visciole era una delle tappe fisse insieme al passaggio alla latteria di campo dè fiori quando marinavamo la scuola... è vero, certe atmosfere ti rimangono addosso come una seconda pelle anche se non esistono più... grazie per questo flashback dei (meravigliosi) tempi che furono.... bacio
    p.s. la pizza invece la proverò appena ci è passata l'influenza... stiamo tutti maleeee.... :(

    RispondiElimina
  10. ehehehe... splendido post

    della crostata ricotta e visciole resto in speranzosa attesa ;););)

    RispondiElimina
  11. come tu sai io non son cresciuta qui a Roma, ma l'ho vissuta parecchio fin da piccola..e uno dei posti che ho sempre preferito è proprio la zona del ghetto. Appena ho avuto l'età per farlo ho iniziato a fare delle lunghissime passeggiate in giro per trastevere da sola, mi immergevo nei colori e sapori di una città che ha cosi tanto da raccontare a chi sta un po attento. E spesso pensavo a chi aveva abitato li..alla storia passata sui sanpietrini che calpestavo..
    E il forno Boccioni è stata una delle mie prime scoperte..dei biscottini un po bruciati che facevano tanto aria di casa..quelle signore che mi han sorriso pensando fossi straniera. Scopro con dispiacere che è sparito il negozio di articoli per la casa..nooooooooo..io l'adoravo!
    Beh del resto son nati i kebabbari in quel quartiere..
    Grazie per il tuo bellissimo racconto..la prossima volta reflex alla mano però eh? Anzi la prossima volta ci si va insieme?

    RispondiElimina
  12. Ho letto questo post praticamente in apnea, riconoscendo ogni emozione descritta. Mia nonna paterna era araba, nella sua cucina c'erano sempre piatti della tradizione ebraica. Così, da bambina accompagnavo spesso mio padre in quel forno del ghetto, dove probabilmente lui cercava sapori che gli ricordassero la sua infanzia. Me le ricord quelle signore sudate e in carne, che ci servivano bontà: ho mangiato tanti e tanti mostaccioli, quelli duri, che mi facevano male ai denti, e quelli morbidi (la tua pizza ebraica), che non riuscivo a capire se erano più dolci o più salati... e poi la torta di visciole, e i bruscolini con i chicconi di sale, che mangiavo a manciate con tutta la buccia e puntualmente mi veniva mal di pancia! Caro ZioPiero, grazie, grazie per questo post: mi hai allietato il lunedì! Un abbraccio,
    Barbara G.

    RispondiElimina
  13. @Federica: Occhi che un boccone tira l'altro! :))

    @Gamby: ... :)

    @Cranberry: Molla le guide e ...vai a "sensazione" ;-) Di sicuro troverai qualcosa di più interessante. ;-)

    @Araba: ...prometti che ci andremo insieme ;-)

    @Lydia: Quando capiterai da queste parti faremo un bel tour inisieme

    @Gaia: ...brutto segno quando la lista dei ricordi è più lunga di quella dei progetti...
    :D :D :D

    @Nico: Vero. Anche perché a Roma per costruire un palazzo ci metterebbero 8 generazioni (e se penso che a Madrid in 6 mesi ti fanno una linea di metropolitana...)

    @Eleonora: ...vedo che sei pratica, eh?
    ;-)

    RispondiElimina
  14. @Cristina: ..vero, eh? Anche quella latteria credo ci sia ancora...solo che non ci mettevo piede neanche 30 anni fa... magari adesso solo una sbirciatina a fini culturali...
    ;-)

    @Vale Tork: La devo fa'?

    @Cleare: Aggiudicato. Ci si va insieme. E ti farò calpestare anche altri sampietrini storici
    ;-)

    @Barbara: :))
    Dai, organizziamo un tour tutti assieme :))

    RispondiElimina
  15. Boccione caro zio resiste nei secoli dei secoli!!!! E forse è l'unico o quasi!!
    Per quanto riguarda la pizza, sapore unico, non c'è che dire, ne mangerei a quintali. Non stanca mai.
    La tua versione sembra davvero niente male, bisognerebbe assaggiarla :))

    RispondiElimina
  16. Sai che non avevo mai sentito parlare di questa pizza ebraica? sembra una lussuria allo stato puro ;)

    Quando ero piccola vivevo dietro a un forno e tutte le mattine l'unica cosa che mi faceva uscire di casa per andare a scuola era il profumo meraviglioso di pane appena fatto. Solo al ricordo di quella meraviglia mi sembra di tornare bambina.

    RispondiElimina
  17. Io sarò a Roma prossimamente come tu sai, ma non so se avrò tempo di fare tappa anche da Boccioni... mannaggia... non me lo dovevi dì!
    Era mejo si mme davi 'na coltellata!! ;-))

    Me lo segno per la visita successiva... che credo sarà mooolto presto! ;-)
    Ciao!

    RispondiElimina
  18. Adesso non ho il tempo di commentare come vorrei (ma lo faro') ti dico solo che questo post compresa la foto presa altrove, vale (a mio parere) più di qualsiasi foto tu possa aver postato finora.
    La reflex qui non sarebbe servita a nulla, forse avrebbe addirittura rovinato il tutto.

    RispondiElimina
  19. Aspe', torno per rispondere e rimango sconvolta: Nanni parla romanaccio???
    Ed io a magnificare a tutti il suo meraviglioso accento fiorentino che...evidentemente ha perso.
    Chi va con lo zio Piero...

    P.S. : promesso ;-)

    RispondiElimina
  20. Nanni che dice:"...Era mejo si mme davi 'na coltellata!!..."
    Alt! Ma io ho conosciuto tuo fratello gemello o un sosia?! :P ahahahahhhahhaha

    RispondiElimina
  21. Roma mi ha adottato da una ventina d'anni...

    All'inizio la guardavo con gli occhi incantati del turista, ora con quelli più smaliziati di chi ci vive e si è abituato a passare con l'auto sotto archi di duemila anni fa...

    Ma alla magia del Ghetto non mi sono ancora assuefatta: quando amici e parenti vengono a trovarmi non li accompagno a vedere il Colosseo e Piazza S. Pietro ma proprio la zona della Sinagoga....il tempo lì si è preso una pausa ed ogni volta quella zona emoziona e fa sentire dentro la Storia.

    La pizza di quel forno l'ho assaggiata e, nonostante la mia inguaribile golosità, è fin troppo ricca per i miei gusti ma il tuo impegno nel provare a riprodurla è davvero strepitoso...

    RispondiElimina
  22. @Araba+Gambetto: è che mi sto esercitando in vista del mio imminente soggiorno nella capitale! Poi tornerò alle sospirate, anzi aspirate "c" etrusche... ;-DDD

    RispondiElimina
  23. Zio che immagine bellissima che ci hai regalato oggi! Ritrovare le immagini, i profumi, i sapori dell'infanzia sembra quasi una magia....
    Questo post potrebbe tranquillamente essere uno stralcio di qualche libro romantico, di quelli che ti fanno pensare e sorridere. :)

    La pizza ebraica, ammetto, non sono proprio i gusti che amo, ma sicuramente sarà una bontà per chi sa giustamente apprezzarla!!

    RispondiElimina
  24. @Zia Elle: Tu sei avvantaggiata. Sei di Roma. Organizziamo un incontro, dai!
    ;-)

    @elenuccia: ...dai, oggi siamo tornati tutti un po' bambini....

    @Nannibis: ...'okkettu mi 'ombini? 'un sei miha il Nannibisse!!! Tetttu sei Romoletto!!!
    ahahahah

    @Mus: Grazie, Mus. Ora son qui che ti aspetto, ma tu non aver fretta. Le emozioni hanno il loro tempo... ;-)

    @Arabba: ...e come diceva un vecchio stornello a noi ben noto:
    ♫ ♫ ♫ s'annaaaamo a divertiiii'
    Nanniiii Nanniiii ♫ ♫ ♫

    @Gamby: Il nanni s'è fumato tutta la scorta di cioccolata...ma non sa ancora cosa gli aspetta qui a Roma!!!! AHAHAHAHAH

    RispondiElimina
  25. @Virò: ...puoi sempre dirottare nel forno che c'è a fianco, anche quello rimasto quasi uguale.
    Che fai, ti unirai a noi nel prossimo Ziopiero's Tour?
    ;-)

    @Tery: ...devi provarla, Tery. Assolutamente. Ma va provata sul posto... ;-)

    RispondiElimina
  26. In meno di un anno ho avuto di tornare a Roma due volte...e la seconda ho DOVUTO per forza portare il maritozzo all'antico Ghetto...ci sono angoli lì ..secondo me immutati!!! Dunque mi segno questo fornoi...ci andrò... e ci passrò...che dici??Un paio d'ore mi bastano per ammirare una a duna le meraviglie che sfornano???

    Io comunque aspetto i tuoi risultati anche se questa pizza...mi ispira già parecchio, grazie, ciao Flavia

    RispondiElimina
  27. Adoooro quel posto!! E i suoi bruscolini sempre bruciacchiati così pieni di sale da bruciarti le labbra! Che piacere!!

    RispondiElimina
  28. @Flavia: ...be', se ripassi da Roma, fammi un fischio! ;-)

    @Eva: Vero, eh? Quasi te le ustionano!!!
    :)))

    RispondiElimina
  29. @ZioPiero: se dovessi fumarmi la mia attuale scorta di cioccolato la nube sarebbe visibile dalla luna!! Ahahahahahahahahah

    P.S.: Non vedo l'ora.... :-DDD

    RispondiElimina
  30. post bellissimo:) forse a novembre sarò a roma per un week end... lo spero tanto :)

    RispondiElimina
  31. Certe città sanno entrarti nel cuore. Per me è Milano, per te è Roma. Si crea quel rapporto simbiotico che ti fa sentire terribilmente bene quando, sola, cammini lentamente gustandoti gli angoli che hai visto mutare negli anni, le vie che si sono riempite o svuotate, le persone che cambiano freneticamente. Quella simbiosi che sa di nostalgia e di affetto profondo, per quei luoghi dove hai messo le radici, per quei luoghi che ti hanno vista crescere e che tu stessa hai visto cambiare.
    Grazie per questa "colazione", zio, è sempre un piacere leggerti, ma questa volta hai superato te stesso ;)

    RispondiElimina
  32. Ecco...come vedi commento poco questi giorni..ma io che a Roma sono sempre stata turista per caso, mi ha sempredato quella sensazione di tradizione eterna.
    Mi ricordo anni fa le signore tipo "Augusta" a piazza san sempliciano che commentavano le loro cene.e la frase in profondo romanesco: percché a me me piasce de daje 'un goccetto de bbrodo...
    E li ho pensato che Roma é eterna, e non per il cupolone...

    RispondiElimina
  33. eh mannaggia a me che quando sono andata a roma ho fatto l'itinerario nel ghetto di sabato e quindi era tutto chiuso!!!

    RispondiElimina
  34. Dopo avere letto questo post...me la ricordo ancora più buonaaa!!! :-)))

    RispondiElimina
  35. @Nannibis: ...te do 'na mano io! :))

    @Giorgia: Fammelo sapere

    @YN: ...sapevo che per te oggi sarebbe stata una "colazione" diversa ;-)

    @Gluty: ...che poi il "cuppolone" è pure una cosa recente....rispetto ai fori o al colosseo. Peccato tu non sia passata di qui neanche questa volta. Se penso che a Milano ci siamo mancati per 15 minuti....aaarrggggg

    @pasticciona: ...certo pure tu, pero'...di sabato al ghetto...!!!

    @Barbara: ...aaahhh, ma allora la conosci? Allora non ti ci devo portare.... :))))

    RispondiElimina
  36. ma certo! cosa credi? e preparam anche una scorta per il viaggio di ritorno :)

    RispondiElimina
  37. mai mangiata...che peccaaaaaaaato!!! Mammamia cosa mi sono persa!!! Meno male che ci sei tu: almeno avrò modo di assaggiarla, e di assaggiare l'originale (perchè sono sicura che tu riuscirai nel tuo intento di azzeccare la ricetta!!!). Grazie due volte: sia per quanto sopra, ma anche per aver condiviso un pezzetto dei tuoi ricordi :)

    RispondiElimina
  38. Prima o poi ce la faro' a commentare questo post! Nel frattempo (prima che io mi sgretoli sul pavimento, dalla stanchezza) non è che avresti da prestarmi un neurone per caso?

    Buona giornata :-D

    RispondiElimina
  39. @luna: Questa la puoi provare già così ;-)

    @Mus: Non posso!!! Poi rimango senza!!!!
    :D :D :D

    RispondiElimina
  40. Azz... sono nei casini, allora!
    No, perché sinceramente comprarne uno tarocco non mi va, aspetto che si riprenda il mio allora :-D

    RispondiElimina
  41. ho visto ora questo post, quando l'hai scritto non ti conoscevo ancora, ma mi hai rapito.
    non sono romana, ma adoro roma, è uno dei pochi posti al mondo in cui mi trasferirei ad occhi chiusi, ed amo moltissimo il ghetto, dove mi reco ogni volta che mi capita di passare da voi. mi piacciono le strade, il portico, l'aria che si respira. è magico. ma non conoscevo questo forno. mannaggia! se l'avessi conosciuto prima di diventare celiaca... però la voglia di provare questa pizza è tanta. ci proverò lo stesso. e grazie di aver condiviso queste emozioni.
    mi par di vederti con una aria molto birbante quando a sei anni mangiavi la crostata di visciole... :-P

    RispondiElimina
  42. @Gaia: Grazie a te, Gaia.
    Troppo carina.... ma guarda meglio la data di pubblicazione: già ci conoscevamo! Il post ti è solo sfuggito!!!
    :)))
    Bacioni da Ziopiero "Birbante"
    (che poi invece da piccolo ero un angioletto!!)

    RispondiElimina
  43. Conosco bene quel forno! La pizza e le sue torte di ricotta alle visciole e cioccolato e soprattutto le sue cuoche e venditrici. Ci son dentro tre generazioni di donne, più qualche bambina in giro. Non so se anche tu hai l'impressione che la ricotta sia un po' troppo gonfia per esser proprio solo ricotta. Almeno io l'ho sempre trovata così e pensavo fosse una strategia commerciale. Oggi a Parigi passo davanti a una gastronomia che più ebraica non si può e non mi muovo più dalla vetrina: un dolce che somigliava alla consistenza di quelle crostate, però senza copertura di pasta sopra e con le uvette al posto delle amarene. E' un dolce tradizionale che chiamano serniak. Comparazione s'impone. All'assaggio la farcia è un po' più cremosa della versione romana, (vira verso un cheese-cake molto leggero) ma secondo me sono due elaborazioni dello stesso dolce, che all'origine utilizzava chissà quale ingrediente e poi s'è adattato a seconda dei vari paesi...

    RispondiElimina
  44. @Pellegrina: Vero! Guardando quella generazione di donne ti embra di aprire un librbo di storia....
    Della ricotta non saprei, è tanto che non provo quella crostata. A breve ci tornerò, anche se devo confessarti che ci son tornato 2 domeniche fa (quindi dopo aver scritto questo post) e ho avuto una forte delusione proprio con la pizza ebraica.

    Ma sei di Roma?

    RispondiElimina
  45. Sì, ma ci sto il meno possibile, finché ci riesco, almeno. Preferisco l'estero, confesso.

    Peccato per la pizza. Una certa discontinuità nel forno l'avevo notata tempo fa. Quel che resiste sempre è il suo lato pittoresco.

    RispondiElimina
  46. @Pellegrina: Era una bella domenica. La fila arrivava fino al centro della piazza. Per accontetare tutti sfornavano in continuazione e ho riscontrato che la cottura lasciava molto a desiderare. Temperature troppe alte bruciavano il sopra e lasciavano un po' crudo l'interno, facendo guadagnare loro 6-7 minuti nel servizio. Se l'avessi mangiata quel giorno per la prima volta, non ci sarei mai più tornato!

    In ogni caso ho la mia ricetta! ;-)

    P.S. ...e ora in quale parte del mondo ti trovi?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È vero è così che l'ho mangiata l'ultima volta qualche anno fa, bruciacchiata fuori cruda dentro.
      Ricordi i filetti di baccalà a santa Barbara?Non li abbiamo quasi mai mangiati sul posto. Con mio padre arrivavamo fino davanti la friggitoria. Ricordo un piccolo corridoio stretto e lungo con micro tavolini!

      Elimina
    2. Eccome no! Dar Filettaro!
      Ho abitato a Trastevere per 25 anni...e via dei Giubbunari era tappa fissa, sia per i vestiti, sia per Roscioli (all'epoca sconosciuto), sia per il forno di Campo de Fiori. Anzi..ora che mi hai fatto venire in mente...c'era pure la latteria, tra piazza Farnese e Campo de Fiori, ricordi? Quella c'è ancora, uguale identica a 40 anni fa....

      Elimina
  47. Sìsì infatti spesso i loro prodotti vengono bruciacchati. E'esattamente quello che ho notato io.

    Al momento sono a Parigi.

    RispondiElimina
  48. ziopieeeroooooo !!

    ma ha il sapor di quella di boccioni??
    perchè io la amo più di ogni altra cosa e se tu mi dici che è la stessa io la faccio pure stanotte !!!

    valuzza

    RispondiElimina
  49. @chez munìta: E' molto simile. Peraltro pure da boccioni non sempre il sapore è lo stesso, come ho scritto nel mio ultimo commento.
    ;-)
    Falla, si fa in un attimo!
    :))

    RispondiElimina
  50. Ciao Piero, non manco mai di prendere due o tre pezzi di pizza ebraica o, quando proprio sono in vena di osare, una torta ricotta e visciole intera (pesa circa 2 chili !)
    Un delirio !!! Adoro quel forno ed anche io gli auguro vita eterna :-D
    P.s.: il forno di biscotti in Via della Luce lo hai provato? Altrettanto mitico (anche se quello del ghetto non si batte! Anche se ogni tanto "sbruciacchia" :-D)

    RispondiElimina
  51. @JAJO: Anche io torno spesso in quel forno del ghetto...sa di antico, di genuino. Ovviamente conosco anche quello di via della luce! :)

    P.S. Verissimo, l'ho notato anche io che ogni tanto sbruciacchia... :D :D :D

    RispondiElimina
  52. Siamo stati ieri e alle 18 stavano chiudendo perche' avevano terminato tutto, c'erano pochissimi tozzetti alla cannella un pò sbruciacchiati ma buoni come pochi.
    Questo post è talmente bello che ogni tanto torno a leggerlo.
    Ciao.
    Angelina

    RispondiElimina
  53. @Angelina: Ma che bello il tuo commento. :))
    Dai, tornaci in orario "pieno", ne vale la pena ;)

    RispondiElimina
  54. Volevo fare un appunto allo zio Piero.
    Sono il titolare del negozio all'angolo di articoli per la casa menzionato sopra e volevo rassicurarvi tutti che noi ci siamo ancora, e siamo alla settima generazioni e continueremo a mantenere la tradizione con l'entusiasmo di sempre ;-)

    Complimenti per la descrizione dell'articolo !!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per la segnalazione e per i complimenti.

      Mi scuso pubblicamente, soprattutto per non aver corretto il testo. Infatti dopo qualche settimana non solo ci sono ripassato accorgendomi con enorme gioia che invece ci siete ancora, ma ho anche acquistato da voi!!!

      Ma poi mi sono dimenticato di correggere il post. Ora provvedo subito!!!

      Elimina
  55. Ciao Zio Piero!
    Sono una tua lettrice (finora silenziosa) e mi piacciono da matti le tue imitazioni dei biscotti "in commercio". Ho rifatto i Digestive, i Cruscoro, e i Raggi di Sole de Il Mondo di Laura.
    Proprio oggi pensavo di sfidarti chiedendoti di rifare la pizza giudaico-romanesca di "Boccione" (si dice così: non è un cognome, è un antico soprannome!)... quando incappo in questo post. Che meravigliosa combinazione!
    Di ricette tramandate tra le famiglie ebraiche ne girano molte, che si avvicinano all'originale, magari nel sapore, ma non nella consistenza. In verità ce ne sarebbe una versione pressoché identica ma l'autrice (mannaggia a lei) non svela la sua ricetta neanche sotto tortura! In ogni caso la pizza sicuramente non contiene latte (perchè è un dolce "parve" cioè senza latticini), e in tutte le versioni in giro c'è invece il vino.
    Intanto ti ringrazio per le ricette che ti "rubo", ti faccio i miei complimenti per i tuoi meravigliosi pasticci, e presto proverò la tua ricetta della pizza. Non so se posso azzardarmi a chiederti di provarla sostituendo il vino al latte... Nel frattempo lo farò io!
    Ciao

    ALicE

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Diamine, Alice! Devi azzardarti!!! E ci riproverò. Intanto se ci provi anche tu fammi sapere.

      Poi se riesci a "torturare" l'autrice...

      p.s. son contento ti siano piaciute le altre mie imitazioni :))))

      Grazie per la fiducia!

      Elimina
  56. I posti dove non c'è alcun spazio per poter scambiare una sola parola o dare alito ad una puntina almeno di romanticismo non mi piacciono, anzi li detesto! Rispetto e condivido pienamente le tue sensazioni che sono anche le mie nei confronti di una Napoli che, quasi, non c'è più, ma quel forno di certo non merita tutto l'amore che hai! Non ti guardano nemmeno in faccia,i prezzi sono da gioielleria e l'unico scopo è vendere vendere vendere il più e veloc emente possibile. Per quanto siano buoni i prodotti, francamente l'energia che c'è in quel posto è a dir poco pessima. E mi dispiace vedere persone che come te vi approcciano con uno spirito così bello e direi anche sano, dover scendere a compromessi pensando che "domenica è sempre domenica". L'amore che ci portiamo dentro nei confronti di certi "luoghi" dovrebbe essere destinato a a quei luoghi che in qualche modo lo meritano davvero. E poi la domenica, almeno quella, non dovremmo prendercela un pochino più "comoda", non ti pare? Ti ringrazio per la ricetta che provvederò a sperimentare al più presto e... chiedo venia per il mio commento (che mi è uscito dal profondo del cuore) :)

    RispondiElimina
  57. dimenticavo, sono Annapia, saluti!

    RispondiElimina
  58. @Annapia: Effettivamente quello in questione è un posto più alla "scappa e fuggi" e non un luogo dove rimanere seduti comodi a gustare le sue prelibatezze. Ma forse questa ne è anche la sua forza, in quanto non lascia spazi a chiacchiere o stazionamenti. Nato come forno non si è mai ingrandito come è succeso a tanti altri posti simili a Roma che col tempo hanno radicalmente cambiato la loro fisionomia e, consentimi di dire, hanno perso il loro fascino originale.

    Prova a tornarci di pomeriggio, in un'orario morto, e prova a guardarlo con un'altra ottica ;9

    In fondo la frenesia che tu hai riscontrato è dovuta alla massa di gente che lo invade (a volte la fila arriva dall'altra parte della strada) e le persone lì dentro, tutte "vecchiette originali" (e questo è un punto a loro favore), si fanno un "mazzo tanto" (altro punto).

    Ti ringrazio del tuo commento: sono questi i commenti che preferisco, piuttosto che leggere "quanto sei brava" (si, con la A!) o "tesoro, i tuoi biscotti sono fantastici" (magari erano dei muffin), mi piace vedere che i lettori leggono con attenzione e commentano riflettendo su quanto da me presentato e propongano o danno lo spunto per un confronto di idee e impressioni.

    P.S. cosa c'entra Napoli?? :)))))

    RispondiElimina
  59. ...è che sono di Napoli! :)

    RispondiElimina
  60. Il mitico forno del Ghetto è una delle cose che più mi manca di Roma: la pizza ebraica, la crostata ricotta e visciole, i ginetti, la brioche (è una challah?!) del venerdì (solo su ordinazione): ero appunto alla ricerca della ricetta della pizza ebraica e google mi ha portato qui, ma io già ti "conosco" grazie ad Arabafelice, per cui so di potermi fidare: ho trovato la ricetta, finalmente!!!Grazie!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Maria e Benvenuta.
      Prova questa ricetta, anche se il risultato non è proprio identico.
      Sto anche cercando di riprodurre la loro crostata, altra opera d'arte.
      Confesso che questa è ormai l'unica pasticceria di Roma dove compro e gusto con piacere. Le altre le evito tutte da diversi anni, comprese le più rinomate. ;)

      Elimina
  61. Ziopiero!
    Ma io ero a Roma neanche 2 settimane fa e non l'ho visto sto posto nel ghetto ebraico :(
    Eppure avevo indirizzo + numero della via, ci sono andata ed era tutto in lavori.
    Non c'era neanche una visciola piccina.. (oppure sono orba)
    Ciao!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ce sta, ce sta... Ci sono stato pure oggi.... :))
      Se ripassi da Roma fammi un fischio! ;)

      Elimina
    2. Oh no! Che fortuna che hai!!! ;)

      Elimina
    3. Dici? :)))

      Comunque se vuoi farti la crostata di visciole l'ho pubblicata qui

      :)))

      Elimina
    4. Ma guarda un po'... Appena tornata a casa dopo una bella passeggiata romana alla ricerca delle pietre d'inciampo, con visita al Museo Ebraico e sosta da Boccione (che c'è ancora!) e assaggio della pizza ebraica su segnalazione di un'amica, mi metto a googlare alla ricerca della ricetta e chi ti trovo?... Lo Ziopiero! ;o)
      Fantastico il dolce! Ma la ricetta l'hai carpita alla pasticceria o indovinata? Ne ho lette varie senza latte né uova, una con l'olio freddo, e una versione magnifica con la zucca verde candita che in vita mia ho trovato una volta sola e mi sto ancora chiedendo come fare per averla di nuovo...
      E pensare che quando l'ho assaggiata ero convinta che fosse un lievitato... ahahah... non c'ho proprio capito niente da quanto era bòna!!! :D :D :D

      Elimina
    5. ...e tu vieni a Roma e non mi avverti?!?!?! :)))))
      La ricetta le signore non te la danno manco se le torturi!
      Questa è misero un tentativo di imitazione.
      Ma in quel forno, a mio avviso, il punto forte è la crostata di visciole, qui clonata alla grande! Provala (sia da loro sia la mia).

      BaSci

      Elimina
    6. A Zzi', era giovedì e avevamo fatto sega al lavoro pe' fa' 'sta gita! ;o)
      Ma tanto tornamo, è bella Roma! :o)
      La crostata di visciole e ricotta, che ci era stata caldamente raccomandata al pari della pizza, era FINITA! :o((((
      Abbiamo ripiegato sulla crostata con visciole e mandorle, che era proprio BONA, anzi volevo dirti SENTITI LIBERO DI CLONARE ANCHE QUELLA! :D :D :D
      Approfitto per chiederti che differenza c'è, nel risultato, tra la frolla fatta con
      1) burro freddo di frigo
      2) burro morbido a temperatura ambiente
      3) burro fuso.
      Grazie!! :o)

      Elimina
    7. Ahahaha, ok, allora mi ritengo libero di clonarla! :D :D :D

      Quanto alle differenze è solo una questione di praticità durante l'impasto. Nel risultato finale sono in pratica sono nulle, considerando poi che la frolla va comunque rimessa in frigo e quindi il burro si rassoda.

      :))

      Elimina
    8. Ma allora perché tante raccomandazioni di impastare velocemente altrimenti il burro si scalda e si scioglie?... Se si può usare anche fuso... se non c'è differenza nel risultato finale... se poi la frolla va rimessa in frigo... boh!!
      Io ho sempre usato il burro freddo di frigo, ma se non c'è differenza d'ora in poi burro fuso forever, così se impasto in estate non mi devo preoccupare che il burro si sciolga durante la lavorazione! :D

      Elimina
    9. Probabilmente perché se impasti a mano (come si è fatto per secoli) diventa meno gestibile l'impasto.
      In ogni caso non ho mai provato di persona, mentre ho fatto la frolla con l'olio, quindi grasso liquido cme sarebbe il burro fuso.

      Perché non provi e mi fai sapere, magari nel post della frolla?

      :)))

      Elimina
  62. Caro Zio Piero...tocchi un tasto dolente.
    Io potrei uccidere per quella pizza.
    Noi la chiamiamo "la pizza di piazza", perchéil portico d'ottavia nella nostra comunità di Roma è "piazza" :)
    Ho provato a farla ma con un'altra ricetta....Purtroppo l'originale è introvabile, pur conoscendo personalmente una delle cuoche.
    Appena riesco a farla minimamente simile ti posto la mia versione :)
    ps complimenti per le ricette e per i tuoi post esilaranti ;)
    Firmato...una romana verace da più di 9 generazioni :p

    RispondiElimina
    Risposte
    1. 9 generazioni?!?!!?
      Te devo conosce!!!!!
      Me devi racconta' a storia dei nonni dei tuoi nonni, che sicuramente la sai! :)))

      Quanto alla pizza di piazza..aspetto la tua versione! La mia mi ha convinto a metà :((

      In compenso con la crostata di visciole la clonazione è praticamente perfetta! ;)

      Elimina
    2. eh si 9 generazioni (almeno...il resto è perso nella notte dei tempi :D) comunque da parte di padre di trastevere, da parte di madre di testaccio ;)
      La storia dei miei parenti è purtroppo un bel po' triste visto che molti di loro stati deportati ad Auschwtiz o uccisi alle fosse ardeatine.
      Ma questo è un altro capitolo...qui parliamo di cose belle e di cucina e come sai la cucina giudaico-romanesca è bella carica :D
      a proposito....non ho visto ancora i carciofi alla giudia tra i tuoi post....piccola sifda? :D
      Ho visto il post della crostata di visciole e ho salvato la ricetta....ma ti devo confessare che non l'ho mai assaggiata, quando vado lì non resisto alla "pizza di piazza"
      un abbraccio!!

      Elimina
    3. Non l'hai mai assaggiata?!?!?!?
      È una cosa divina! Insuperabile! Devi assolutamente colmare questa tua lacuna!!!! :))))
      Per i carciofi...hai ragione!
      Li ho fatti fritti e alla romana...dovrò recuperare!!!!

      p.s. Trastevere (dove sono cresciuto) e Testaccio..un bel connubio! :))) Due quartieri che adoro, insieme alla Garbatella e, ovviamente, al Portico d'Ottavia ;)

      Elimina
    4. Io cresciuta a metà tra i due quartieri....porta portese :D
      Va bene, farò questo sacrificio e colmerò la lacuna eheheheh
      Aspetto febbraio per un bell'articolo sul carciofo alla giudia....credo saprai benissimo il taglio a rosa....al limite ti faccio lezione :D

      Elimina
    5. ...eeee certi sacrifici tocca proprio farli! :)))

      Porta Portese è proprio di confine, ma è ancora Trastevere a tutti gli effetti ;)
      Conosco il taglio a rosa ma...confesso di non essermi mai impegnato troppo (leggi "nun so bbbono" :D :D :D)

      Elimina
    6. seconda versione, quasi perfetta, entre il we posto la ricetta della terza versione :)
      http://stefiza.altervista.org/wp-content/uploads/2014/12/20141201_212646.jpg

      Elimina
    7. Chapeau! Ci siamo quasi!
      Aspetto la 3.0!!! :))))

      Elimina
    8. zio (che poi mi sa che siamo coetanei....zio de che) ho pubblicato la ricetta
      http://stefiza.altervista.org/pizza-dolce-ebraica/
      se la provi fammi sapere che ne pensi!

      Elimina
    9. Ma brava!!!!
      Sono loro!
      Quindi ci va anche la farina di mandorle, oltre a del vino liquoroso...:)))

      p.s. nelle dosi hai scritto due volte olio di semi con due pesi differenti...forse volevi inserire un altro ingrediente...?
      :)))

      Elimina
    10. rimba come sono ho sbagliato a riportare gli ingredienti. Ora ho sistemato l'articolo, grazie per aver segnalato l'errore :)

      Elimina
    11. Ci va il vino liquoroso, quindi!
      La rifarò! ;)

      :)))

      Elimina
    12. Nella ricetta ufficiale non so cosa ci vada, però così viene buona :)

      Elimina
    13. ...magari è pure più buona!!!! :))))

      p.s anche nella loro crostata di visciole non va la crema, ma io un velino ce l'ho messa, e a mio avvio ci sta bene ;)

      Elimina

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails