martedì 27 dicembre 2011

Scottish Scones ...post natalizi

Allora, passato indenne il Natale? Cosa vi hanno regalato?
Cosa avete preparato? Cosa vi siete mangiati?
E, soprattutto, QUANTO avete mangiato????

Certo oggi come oggi ormai è un controsenso fare queste grandi abbuffate.

Una volta le festività erano l'occasione per mangiare tanto, anche perché di solito si mangiava poco...

Oggi è diventato l'evento in cui veramente si rischia di farsi del male all'apparato digerente!!!!

Ormai l'avrete capito: io in queste occasioni amo andare liscio...giusto un paio di cosette per gradire e ricordare che non è la quantità di cibo che fa il Natale...piuttosto la qualità!

Niente cene pantagrueliche, quindi. Ma anche niente sfarzi, niente regaloni, niente roba comprata a caro prezzo! Niente di tutto ciò.

Dice...è facile, tanto tu ti cucini sempre cose buone..

E' vero! Ma anche voi mica scherzate, eh?

Ho visto in giro tante di quelle leccornie.....mmmmmmm

Quasi quasi mi rimangio tutto quello che ho scritto e torno subito in cucina!!!
:D :D :D



Oggi vi propongo una ricetta variante di una già proposta.

Ve li ricordate gli "Skunzi" ?
Uno dei pezzi forti delle mie colazioni, che spesso ripeto.
Si fanno in un baleno, addirittura si possono preparare prima di andare al lavoro!!!

Ma perché vi parlo degli skunzi? Ecco, ora vi racconto:

Ultimamente mi è capitato di essere ospite in una famosa sala da the romana, dove servivano scottish scones al prezzo dei tartufi!!!

Intendiamoci, per esser buoni lo erano...però un filetto in un ristorante stellato mi sarebbe costato di meno!!!! Vero, eh?

In fondo parliamo di materie semplici come farina, latte, uova, zucchero...

E così, come feci anche per i testaroli, una volta arrivato a casa mi sono subito messo a pensare come clonare questa ricetta...finché....sono arrivato a queste dosi:


210 gr farina 00
110 tra amido di mais e di riso
50 gr zucchero
1/2 bustina di lievito e una punta di bicarbonato
100 gr di burro
1 uovo
Latte o panna quanto basta
Uvetta ammollata nell’acqua


Vanno seriviti caldi, al massimo tiepidi.
Come avrete intuito, io li adoro con la marmellata di mirtilli calda e la panna.
(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Rispetto ai miei skunzi (che vi consiglio comunque di provare), le differenze sono davvero minime.

Ora devo confessarvi che la foto non mi ha soddisfatto tanto quanto il risultato mangereccio, per cui pongo subito rimedio inviandovi un paio di scatti, fatti qualche settimana fa a questo mio nuovo amico:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Simpatico, vero?
:)))

Ciao e alla Prossima.

Il prossimo post sarà nel 2012...quindi Auguro a Tutti Buon Anno !!!!

Lo Ziopiero


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venerdì 23 dicembre 2011

Veneziane...un po' buffe!!!


Facciamo un test:

Se vi dico veneziane, a cosa pensate?
  1. Alle ragazze di Venezia

  2. Alle brioches da colazione

  3. Alle tende da interni


Se avete risposto a vi capisco, sono ragazze bellissime, ma vi avverto: non sopportano di essere paragonate a delle brioches da colazione, anche se gustosissime!

Se avete risposto b, allora potete leggere il post che segue (e continuate pure a pensare tranquillamente alle ragazze di Venezia).

Se avete risposto c, allora siete irrecuperabili!!! Non avete ancora superato lo stress dall'ultimo trasloco e probabilmente state ancora tentando di fare click sulla parte della frase sottolineata!

Io le veneziane, quelle della risposta b, le adoro, (oddio pure quelle della risposta a!!!)
Spesso me le faccio per colazione, ma non avevo ancora pubblicato nulla al riguardo.

L'altro giorno ho deciso di rifarle e...Be', diciamo che son venute piuttosto buffe!!!
Ma tant'è...mi son detto: sicuramente hanno il loro significato pure così, con questa specie di cappelletto in cima. La cosa importante per me è il loro sapore!

(Fare click sulla foto per ingrandirla)

La ricetta da cui con partito è pubblicata qui

Tra la varie versioni ho scelto quella di Paoletta, pubblicata sempre nello stesso post e che per comodità ritrascrivo qui:

Pasta brioche

250 gr di farina 00
250 gr di manitoba
200 gl di latte
2 uova
100 gr di burro
75 gr di zucchero
5 gr di sale
la buccia grattata di 1 limone
12 gr lievito di birra fresco

1 tuorlo per pennellare e poco latte

Impastare tutti gli ingredienti, per ultimo il burro. Far lievitare 50' a temperatura ambiente coperto. Dopodichè riporre in frigo 8/10 ore coperto da pellicola.
Riprendere l'impasto e lasciare a temperatura ambiente 1 ora.
Prendere l'impasto, posarlo sul piano infarinato, sgonfiare leggermente e fare le pieghe.
Lasciare riposare coperto circa 15/20 minuti.
Spezzare poi l'impasto in pezzi di circa 55 gr l'uno.
Formare delle palline, spennellare di tuorlo battuto con 3 o 4 cucchiai di latte e lasciar riposare circa 20 minuti.

Quindi tagliarle a croce con le forbici sulla parte superiore e riempirle di Crema Pasticcera da forno.

Spolverate con dello zucchero in granella e infornate a 180°, fino a cottura.

Badate bene che dentro devono essere soffici soffici...

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Con questo post vi auguro anche Buone Feste e vi saluto con una foto suggestiva, scattata questo autunno dal mio balcone:


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Ciao e alla Prossima

Lo Ziopiero

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lunedì 19 dicembre 2011

Scatti 15 - Le Fontane di Roma 1


Amici, vi devo ringraziare!

Si, perché mi avete dato lo stimolo giusto per riscoprire la mia città e fotografarla, di giorno (Roma 1 - Roma 2) come di notte.

A mio avviso la bellezza di questa città va vissuta la domenica mattina presto, quando ancora dorme.

Gli unici rumori sono quelli dei tacchetti di qualche lavoratrice frettolosa e dell'acqua delle sue innumerevoli fontane.

E' una cosa pazzesca!! Roma è piena di fontane, in ogni angolo.

Un comune mortale non riesce a immaginare quante siano....un'infinità!!!! DAVVERO!!!!

Così ho deciso di scriverci un post (e magari pure 2), percorrendo insieme a voi quelle che per me sono sempre state le strade di tutti i giorni, ma che ora, reflex al collo, vorrei provare a vedere con un occhio diverso.


OK? :))

Inizierei da questa, indubbiamente la più famosa.

Fontana di Trevi
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E' una fontana monumentale, enorme, il cui scroscio si inizia a sentire già da molto lontano ed è costantemente contornata da turisti che lanciano il soldino con la speranza di tornare prima o poi nella città eterna. Fotografarla cercando di evitarli è praticamente impossibile. Mica potevo fare come
Fellini che nel 1960 la monopolizzò, diffondendola poi al grande pubblico mondiale in una memorabile scena.

Se volete potete vederla anche in versione notturna, vi ricordate che ve l'avevo già fotografata?

Ah, ricordatevi: il soldino va lanciato sempre dando le spalle alla fontana! ;)


Da Fontana di Trevi si raggiunge facilmente un'altra icona tra le fontane romane:

La Barcaccia
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Progettata da Pietro Bernini, padre di Gian Lorenzo, su commissione di Urbano VIII, la Barcaccia si trova ai piedi della Scalinata di Trinità de'  Monti. Pare che la sua forma sia stata ispirata da una vecchia barca arenata nel Tevere dopo la piena del 1958.


Sempre rimanendo in zona, ci si puo' dirigere verso Piazza del Popolo, praticamente arredata dal grande Giuseppe Valadier, e ammirare altre due fontane, disposte una di fronte all'altra:

Fontana del Nettuno
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Posta nell'emiciclo sinistro della Piazza, scolpita dal Ceccherini, la fontana raffigura il Nettuno con il tridente sopra due delfini guidati da due tritoni.

Di fronte, nell'emiciclo destro e sotto il Pincio, troviamo la

Fontana della Dea Roma
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Disegnata dal Valadier nel 1823 e scolpita sempre dal Ceccherini.
La Dea viene rappresentata armata di lancia e con l'elmo. Ai lati le statue giacenti del Tevere e dell'Aniene (i due fiumi di Roma) e della lupa che allatta di due gemelli Romolo e Remo.

Della Fontana della Dea ho fatto anche questo secondo scatto, un po' insolito:

Fontana della Dea Roma
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Da Piazza del Popolo si possono prendere diverse strade rimanendo sempre nella stessa zona, come via del Babuino, via del Corso, Via Margutta, via di Ripetta. Tutte vie meravigliose che fotograferò prima o poi. Ma torniamo alle nostre fontane...arriviamo al Pantheon (Piazza della Rotonda), dove troviamo la

Fontana del Pantheon
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Progettata nel 1575 da Giacomo della Porta su incarico di Gregorio XIII, la fontana fu poi realizzata da Leonardo Sormani. Successivamente (1711) su ordine di Clemente XI fu posto l'obelisco di Ramsese II, alto 6 metri e ornato alla base da 4 delfini eseguiti dallo scultore Vincenzo Felici.

Dal Pantheon, percorrendo prima via Giustiniani e poi via del Salvatore, si arriva ad un altra grande piazza... Piazza Navona.

Qui ci sono ben tre grandi fontane, ma la più conosciuta indubbiamente è la

Fontana dei Quattro Fiumi
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Inaugurata il 12 giugno 1651 su progetto del Bernini, la fontana rappresenta i 4 continenti attraverso i loro fiumi principali: il Gange (l'Asia), il Nilo (l'Africa), il Danubio (l'Europa) e il Rio della Plata (l'America).
Una curiosità: la statua rappresentante il Nilo ha il capo velato, in quanto all'epoca non se ne conoscevano le sorgenti....


Allontanandosi poi dal centro e dirigendosi verso la parte nord della città non si puo' mancare di visitare il Quartiere Coppede', piccolo gioiello dell'architettura romana di fine '800.

Avevo promesso a Babette che avrei fatto qualche scatto per lei..e come non immortalare Piazza Mincio con la sua suggestiva:

Fontana delle Rane
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(Fare click sulla foto per ingrandirla)
La fontana (Gino Coppede', 1924) è costituita da quattro coppie di figure che sorreggono ciascuna una conchiglia che ospita una rana che versa acqua nella conchiglia stessa. Al centro, tra le quattro conchiglie, si innalza una conca pure circolare, sul bordo della quale trovano ordinatamente posto altre otto rane in atto si spiccare un salto verso lo zampillo centrale.

Se capitate da queste parti, non potete mancare di farci un salto!

Per oggi mi fermo qui.

Sappiate che ci sono tante altre fontane, ma intanto avevo voglia di farvi vedere queste che, a mio avviso, sono tra le più rappresentative.

Ah, in ultimo, non poteva mancare la fontana per eccellenza, quella che a Roma si chiama "Er Nasone".

Distribuite in ogni angolo della parte storica, queste fontanelle dissetano i cittadini e sono letteralmente prese d'assalto dai turisti in ogni stagione (anche perché le bottigliette d'acqua te le fanno pagar care!!!)

La prima l'ho voluta fare in Bianco e Nero, con un'inquadratura che vuole rappresentare la vista di chi le si avvicina nell'atto di bere:

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La seconda rappresenta....come dire...la voglia di resistere a tutti i costi!!!

(Fare click sulla foto per ingrandirla)

Non preoccupatevi, il Tuor delle Fontane di Roma non è finito!
(o, forse, dovreste preoccuparvi? :D: D: D:)

Ciao e alla Prossima

Lo Ziopiero



giovedì 15 dicembre 2011

Cioccolatini al Caramello Salato

Non c'è niente da fare: Chi va con lo zoppo impara a zoppicare!!!!

E' bastato averlo rivisto, in visita di passaggio a Roma; aver passato una piacevolissima mezza giornata con lui...ed ecco che son tornato a casa con la voglia di cioccolatare!!!

Di chi sto parlando? Ma come? Non lo avete ancora capito?

Ma siiii!!! Del grande Nanni, alias Nannibis!!!! Il mio Maestro Cioccolataio!!!

Arrivato di buon ora a Roma, l'ho prelevato direttamente alla stazione e poi subito per le strade semideserte di una città ancora dormiente. Io con la reflex al collo, lui con uno zainetto pieno di prelibatezze!!!

L'ho portato per piazze, viuzze, monumenti, forni e mercati, e tra assaggi vari e foto rubate ecco sento rinascere in me la voglia...le mani mi prudevano, la salivazione mi aumentava, le idee si rincorrevano....

E mentre chiacchieravamo con Gambetto, Lydia & Roberto, Caris e Virò, già mi immaginavo alle prese con il tablage, spatola a gomito in una mano, spatola triangolare nell'altra, proprio come mi ha insegnato lui!!!

La tecnica del temperaggio ve la risparmio, tanto sapete tutti dove trovarla on line.

Di mio vi dico solo come ho fatto il ripieno di questi cioccolatini al caramello salato:

(Fare click sulla foto per ingrandirla)

Ingredienti per riempire circa 35 gusci:

130 gr di zucchero
40 gr di acqua
75 gr di panna
40 gr di burro
un paio di pizzichidi sale

Mettete acqua e zucchero in un pentolino a fiamma sostenuta. Quando lo sciroppo assumerà il classico colore ambrato, versateci dentro la panna calda e mescolate vigorosamente. Togliete poi dal fuoco e aggiungetevi il burro e il sale (o dell'ottimo burro salato). Continuate a mescolare fino ad ottenere una bella crema.
Fatto!

Preso poi dalla smania, ho fatto anche altri cioccolatini, questi in particolare mi son piaciuti per la loro forma. Ripieni con gnache di gianduia e caffé. SLURP!!!

(Fare click sulla foto per ingrandirla)

Per concludere vi lascio due foto scattate quella mattinata:

(Fare click sulla foto per ingrandirla)

(Fare click sulla foto per ingrandirla)
Ciao e alla Prossima

Lo Ziopiero

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lunedì 12 dicembre 2011

Tiramisu alle Noci e Caramello Salato by Montersino

Ci sono giorni in cui non mi va di fare niente (magari poter mettere in atto questa esigenza...)

Ci sono poi giorni in cui non mi va di cucinare e allora ricorro a qualche intruglio da me preparato e surgelato, oppure mi faccio una semplicissima pasta olio e parmigiano (aho, devo pur mangiare, no?)

Poi ci sono giorni in cui non ho voglia di cucinare niente di speciale, ma voglio mangiare qualcosa di speciale (e allora mi ingegno con cose semplici ma di effetto).

Ci sono infine dei giorni in cui ho voglia di fare qualcosa di impegnativo, che ti prende il cervello dalla mattina, che ti devi pianificare le tappe senza rischiare di andare lungo o di trovarti col forno accesso a mezzanotte, che ti costringe a studiare passo passo, che ti prende e non ti molla più...
Insomma, avete capito, no? Avevo voglia di strafare!! :)))

Ecco!

L'altro giorno mi aveva presa questa smaniosa voglia di strafare...

E quando mi prende di brutto, allora o mi oriento sui lievitati impegnativi o sui dolci elaborati

...e sapete cosa ho fatto?

(be' si, se avete letto il titolo e siete arrivati fino a quindi è ovvio che lo sapete!!!)

Insomma ho preso spunto dal il mio pasticcere preferito, acchiappato uno dei suoi libri dove guarda caso avevo lasciato un segno su questo dolce... chissà perché, eh?
Forse perché mi attizzava la foto?
O forse perché mi attizzava proprio la preparazione...?
O semplicemente perché volevo fa' 'sto tiramisù e basta!!!

Insomma, alla fine ho eseguito!!!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Come vi dicevo la sua preparazione è un po' lunghetta, ma potete sempre suddividervi il lavoro in più giornate e procedere per fasi; alla fine risulterà anche più divertente!!! ;)


Vi dico subito che servirà del Pan di Spagna (potete guardare qui oppure qua) oppure dei savoiardi, come preferite voi. Il vantaggio è che sia il Pan di Spagna sia i Savoiardi li potete tranquillamente congelare.

Vi servirà un bibitone di caffé, ma quello non credo vi crei problemi di preparazione.

Vi servirà della Meringa Italiana, e anche questa puo' esser fatta e conservata in frigo 5 giorni (o un mese in freezer).

Vi servirà una crema al caramello di noci, ma questa vi consiglio di farla all'ultimo momento!

Riassumendo, questi gli ingredienti:

Per le noci caramellate:
125 noci in granella
65 gr di zucchero
20 gr di acqua

Per la crema mascarpone e noci
250 gr di mascarpone
125 gr di meringa italiana
5 gr di liquore nocino

Per il caramello salato
300 gr di zucchero
95 gr di acqua bollente
5 gr di sale
60 gr di nocino

Per la finitura
200 gr di pandispagna (o savoiardi)
150 gr caffé
100 gr di cioccolato fondente
Gherigli di noci


Prendete (o fatela direttamente voi) la granella di noci e scaldatela. Ok?
A parte fate lo sciroppo con acqua e zucchero portando la temperatura a 121°, unite la granella continuando a mescolare. Quindi versate il tutto su carta da forno e fate raffreddare.

Per la meringa italiana procedete così:
pesate 100 gr di albumi e aggiungetevi 40 gr di zucchero. Iniziate a montare leggermete.
A parte portate a 121° 40 gr di acqua con 160 di zucchero, quindi versate negli albumi e iniziate a montare fino a portare il composto ad essere bello compatto (neve ferma). Se avete dei dubbi, guardatevi il filmato qui

Per questo dolce ve ne serviranno 125 gr. Il restante conservatelo ;)

Questi 125 gr di meringa italiana la incorporate al mascarpone, ai 5 gr di nocino e alle noci caramellate.


Se volete vedere meglio come amalgamare i vari componenti guardatevi questo filmato fatto per voi! :))
 


Per il caramello salato caramellate lo zucchero a secco, poi decuocete con l'acqua bollente, unite il sale e quando sarà freddo unite il nocino.


Il grosso è fatto (e ve pare poco!!!!)

Adesso mettete nei bicchierini il pan di spagna inzuppato di caffé, un primo strato di crema al mascarpone e noci, uno strato di caramello salato, infine uno strato (possibilmente a coppa) di crema tiramisù classica.

Mettete il tutto nel congelatore per almeno un paio d'ore.

A questo punto viene la parte divertente. Sciogliete il cioccolato e passatevi sopra il bicchiere (dalla parte della crema, ovviamente!!!). Girate e fate solidificare.

A parte ripassete dei gherigli di noci nel caramello e sistemateli sopra i bicchieri.

Allora, vi sentite pronti anche voi?
...ma se mi avete seguito fin qui vuol dire che già metà del lavoro lo avete fatto!!!!


Ciao e alla Prossima

Lo Ziopiero

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mercoledì 7 dicembre 2011

Pane con la Farina Enkir


Della serie...non si finisce mai di imparare!!!

E si, il vecchio diceva che non voleva morire perché aveva ancora tanto da imparare...e sulle farine, credetemi, c'è veramente tanto da imparare....non basterebbe un'intera enciclopedia!

Qualche anno fa scoprimmo tutti la manitoba, che se solo avessi pronunciato questa parola a casa di mia nonna quella mi sbatteva fuori pensando a chissà quale vocabolo eretico fosse uscito dalla mia bocca!!!

Ce li vedete 10 Vatussi con l'anello al naso intonare allegramente: "Mani-tòba  Mani-tòba !!!" mentre danzano intorno ad un pentolone sotto il fuoco dentro il quale ci siete voi con un limone in bocca??!??!!!
 :D :D :D

Adesso il vocabolo fa parte del nostro DNA e penso che chi panifica la pronunci almeno 3-4 volte al giorno: "Mani-tòba  Mani-tòba !!!" ahahahahah.

Qualche post fa vi parlai del Kamut, vi ricordate?

Oggi vi vorrei parlare della Farina Enkir.

Quando ho letto che questo cereale è stato il primo cereale addomesticato sulla terra oltre 12.000 anni fa mi ha preso un coccolone! Ma come mai nessuno (o quasi) ne parla?

Poi ho scoperto che essendo l'enkir un cereale selvatico, non ha bisogno di alcun tipo di concimazione, e questo lo rende anche biologico!

Ha inoltre un alto contenuto proteico (tra il 18 e il 24%!!!) e diverse proprietà antiossidanti.

Insomma, lo dovevo provare!!! Ma prima di tutto lo dovevo trovare!!!
Per fortuna che il mio "spacciatore" di farine ne aveva un paio di pacchi.

La farina, rigorosamente macinata a pietra, appare di colore giallastro e anche il colore del pane, come vedete dalla fetta, tende al giallo...ma il sapore? Ne vogliamo parlare del sapore?

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Il sapore ti riporta indientro negli anni (non 12.000, eh?) come ad assoparare....mmmmm qualcosa di semplice e contemporanemente prezioso e genuino. Provate questa farina, non ve ne pentirete.

Ingredinti:

Starter
180 gr farina 0
90 gr acqua


Impasto
600 gr farina Enkir
300 gr farina 0
400 gr acqua
20 gr sale


Partite facendo uno starter con 30 gr di acqua, 60 di farina 0 e una dose invisibile di lievito di birra, come in questa foto (la dose è quella cosa bianca vicino alla monetina da un centesimo di euro):
(Fare click sulla foto per ingrandirla)

Impastate con le dita, fate una pallocca, coprite con del cellophane e dopo 12 ore reimpastate il tutto con altri 30 gr di acqua e 60 di farina 0. Stesso discorso una terza volta, poi procedete all'impasto vero e proprio con le dosi date sopra.

Praticamente potete seguire lo stesso sistema già descritto qui

Fate lievitare fino al raddoppio, sempre avendo l'accortezza di coprire l'impasto in modo che non si formi la crosticina sopra.

Poi sgonfiate leggermente, fate qualche piega al centro, rigirate l'impasto e dopo una mezzoretta formate a piacere.

Io ci ho fatto una pagnottona:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Mbe'? Che aspettate? Correte a cercare questa farina e non ve ne pentirete!!!

:))))

Ciao e alla Prossima

Lo Ziopiero (si, quello delle stecca!)


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lunedì 5 dicembre 2011

I Testaroli della Lunigiana


La cucina semplice e genuina...ve la ricordate...?

Quando andavo da mia nonna mangiavo sempre così: in maniera semplice e genuina. Una semplice pasta all'olio e parmigiano mi diventava una squisitezza. Due cicorie avvicinate alle fave passate una specialità. Una teglia di pomodori cozze e riso una vera leccornia.

Ogni tanto rifaccio questi piatti con pochi ingredienti essenziali, piatti della cosiddetta "cucina povera", ma nello stesso tempo piatti ricchi di sapori e di significati.

Così l'altra domenica ho voluto fare i Testaroli della Lunigiana.
E' un piatto che ho scoperto da pochissimo, praticamente l'estate scorsa, in un mercatino gastronomico nella bassa Toscana.

In un cestino c'erano delle confezioni di questa specie di "spugnette". Mi hanno incuriosito. La signora (marpiona) me li ha subito descritti come una vera specialità, facilissimi da cucinare.
L'altra signora (cioè mia moglie) mi guarda e mi fa: "dai, proviamoli" (che tradotto in un linguaggio di coppia navigata equivaleva a dire: "è inutile che mi guardi con quella faccia perplessa! So già che stai pensando di farteli da solo, ma adesso siamo in vacanza e non ci scassare la minchia!").
Così, senza batter ciglio o proferir parola, sfodero il mio sorriso acconsenziente (che, sempre tradotto in un linguaggio da coppia navigata, equivaleva a: "OK, questa volta non scasso i cabasisi, ma sta robetta sottovuoto te la magni te e guai se t'azzardi pure a dire che è buona!!!")


Quando poi sono andato a pagare a momenti mi ha preso un colpo!!! 5€ una confezione, bastevole si e no per 2 persone!!! Noi eravamo in 7!!! Alla faccia del mercatino e del piatto povero!!! Vabbe', ho fatto buon viso a cattivo gioco, ripromettendomi di prendermi a breve la rivincita (e a pochissimi centesimi di euro!!!).

Devo pero' dire che alla fine, benché confezionati, questi testaroli non mi sono affatto dispiaciuti e subito sono andato a cercare la ricetta che, ovviamente, è di una semplicità disarmante!!!!

Si tratta semplicemente di mischiare acqua e farina nella stessa quantità, aggiungendoci un po' di sale.

Sulle farine sentitevi liberi: io ho fatto metà 00 e metà di rimacianta grano duro, ma potete mischiarvi dentro quella di farro o di grano saraceno o integrale: va bene tutto.

Vi avverto: l'impasto sarà piuttosto liquido. Fatelo riposare una mezzoretta e versatelo sul testo arroventato, in modo tale da avere una pastella alta circa mezzo centimentro. Se non avete il testo, potete usare una padella antiaderente e chiamarli sempre testaroli!!!

Cuocete da entrambi i lati e quando avrete finito tagliate questa specie di pizzella formando dei rombi.

A parte portate ad ebollizione dell'acqua salata, spegnete poi il fuoco e immergetevi i rombi per 3 minuti.


Per il condimento potete sbizzarrirvi, ma a mio avviso un semplicissimo sugo pomodoro e basilico è quello giusto.

Ecco i miei testaroli fotografati:


Ovviamente quello che vedete in foto NON è la quantità indicata per una porzione...ma solo quella indicata per la fotografia.
Nel piatto vero e proprio occorre esagerare spudoratamente!!!
:)))

Ciao e alla Prossima

Lo Ziopiero (si, quello delle stecca!)


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