lunedì 30 settembre 2013

Sponziamo le frise?

Piero, ce l'hai lo sponza friseddhe?

????

Sì, lo sponza frise, sai? Quel coso che prima ci ficchi dentro le frise e poi le passi supra a sponzare!

In un bi e un ba gugglo "sponza" e il sistema mi propone subito "sponza frise" con anche tutta una serie di immagini a corredo (per fortuna avevo il pc acceso davanti)


Ma veramente no, anzi fino a due secondi fa non ne conoscevo neanche l'esistenza, nonostante abbia mezzo sangue leccese...

E fu così che mi arrivò un pacco:

Mittente: FrammentAria, alias Tamara, alias ZiaTam, alias la tarantolata dei ciciri e tria!


Noooo, non ci potevo credere!
Dentro c'era tutto l'occorrente per l'uso: sponza frise, frise e olio (oltre a tante altre leccornie salentine!).

Sono rimasto a bocca aperta fino a farmi venire i crampi!!!
Sapete che queste cose mi commuovono...

E quale miglior risposta a questo ricchissimo dono?

Il tempo di riprendermi e subito avevo apparecchiato per l'occasione:
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Come potete vedere anche voi, lo sponza frise consiste in un piatto fondo di coccio con sopra un altro piatto a forma di mezzaluna e con dei piccoli buchi (in realtà non visibili in foto ma ci sono!).

La frisa va prima messa a bagno nel piatto di sotto e poi, dopo 4-5 secondi che si è bella imbevuta d'acqua, va adagiata su quello di sopra a sponzare, cioè a sgocciolare.

E poi?
E poi il piatto leccese per eccellenza: con i pomodorini.

Questi vanno rigorosamente spiaccicati sopra, così:

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Io ci ho aggiunto mozzarella di bufala (rigorosamente spezzata con le mani, anche perché - ricordatevi - le vere mozzarelle di bufala quasi non si riescono a tagliare col coltello...) e alcune foglie di basilico (che quest'anno si è degnato di fiorire all'impazzata sul mio balcone!)

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Quindi abbondante olio...
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...fino a farle quasi galleggiare!
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(prego notare il colore dell'olio....)

Che ve ne pare?

Questo piatto mi ha accompagnato per tutta l'estate...

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Per chi volesse farsi le friselle a casa, consiglio questa ricetta, alla quale potete applicare varianti tipo la farina di grano duro rimacinata, la farina di farro, l'aggiunta di peperoncino e via dicendo.

Certo le friselle di Tamara provenivano da un forno speciale ed erano cotte a legna. Non è facile trovarle così buone al di fuori di alcuni paesi salentini.

Ve lo dico subito: diffidate di quelle che si trovano nei supermercati: quelle non sono vere friselle, non hanno nulla a che vedere con i veri sapori.

Per chi poi volesse saperne di più, suggerisco questo simaptico articolo di Massimo Vaglio


E ora, siete pronte anche voi a sponzare?




Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

p.s. Ahhhh, Tamara Tamara, che me faci passari co 'ste friseddhe!!! :))))


Guardate anche le altre realizzazioni:

martedì 24 settembre 2013

Torta Caprese al Limone


Ci sono dolci che si gustano con gli occhi 
(e quando poi li mangi veramente spesso ne rimani deluso)

Ci sono dolci che si gustano col naso 
(sì, col naso! Avete presente quando per strada sentite l'inconfondibile odore di pasticceria?)

Ci sono dolci che si gustano col tatto
(le creme a me fanno questo effetto)

e dopo questa anafora sinestetica  finalmente arriviamo a dire che...

Ci sono dolci che si gustano e basta!

Non hanno bisogno di bellurie varie, di spray profumati che diffondo aromi improbabili, di consistenze invitanti da condurti verso sublimi esperienze tattili.

Sono buoni e basta!

Anzi spesso sono pure brutti, non invogliano...e solo i più audaci, i più temerari, i più astuti, alla fine, saranno premiati.

E' il caso di questa caprese al limone

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Ho visto tante foto in giro e mi dicevo
ma la caprese deve essere umidiccia dentro, non deve sembrare una torta margherita (!)
ma la caprese deve essere sbriciolosa, non deve sembrare un ciambellone (!)
ma la caprese deve essere imperfetta, non deve sembrare dipinta (!)

(giuro che per un anno non farò più anafore!)

Ok, allora ho deciso: la caprese al limone per me è questa!

Ingredienti per una tortiera da 26 cm

250 g mandorle, leggermente tostate + 2 amare
200 g zucchero
9 fette biscottate
5 uova
150 g burro
250 g cioccolato bianco
50 g fecola di patate
Mezzo bicchiere di limoncello
Succo di un limone
Zeste di 3 limoni
1 cucchiaino di lievito
Zucchero a velo

Tritate finemente le mandorle; scegliete voi se pelarle o meno; a me piacciono con la pellicina, le trovo più saporite. ;)
Sbriciolate poi le fette biscottate (volete farle a casa?)
Sciogliete burro e cioccolato.
Montate a neve gli albumi con 100 g di zucchero.
Montate poi i tuorli con gli altri 100 g di zucchero; incorporate qui la fecola e il lievito; unite poi le mandorle con le fette, il limoncello, le zeste e infine il burro col cioccolato.
Per finire amalgamate al tutto gli albumi montati.

Versate il composto in una teglia imburrata e infarinata, sistemandolo delicatamente con una spatola.
Infornate a 180 gradi per 30 minuti.

Come detto prima la torta deve restare morbida all’interno (inserendo uno stecchino questo deve uscire umidiccio e con un po’ di impasto appiccicato)

Una volta raffreddata, si capovolge e prima di servirla si spolvera di zucchero a velo.

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Questa caprese si conserva anche 8-9 giorni fuori dal frigo.

E se la conservate in frigo, provate anche ad assaggiarla fredda: ha il suo perché! ;)

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

giovedì 19 settembre 2013

Devon e Cornovaglia - Seconda parte

Ecco alla seconda parte del viaggio (la prima la potete leggere qui).

Ci eravamo salutati con l'arrivo all'albergo spettrale e con questo pavone sul tetto, ricordate? No? Potete sempre rileggervi la parte finale del post, se volete.

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Be', penso che tutti voi abbiate dato per scontato che se sono ancora qui a scrivere vuol dire che il resto della permanenza è andato bene! Anzi, benone!

La mattina ho anche fatto amicizia con pavone, che impavido mi si è pure avvicinato per farsi fotografare...che pavone sto pavone!

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Abbiamo anche fatto pure una partita a briscola e ho vinto!! Anzi, l'ho praticamente spennato!!!

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:D :D :D

Scherzi a parte, l'albergo alla fine è stato molto accogliente.

La mattina la signora ci voleva per forza servire la Full English Breakfast, che per chi non lo sapesse è un mega piatto a base di uova fritte o in camicia, pomodori (fritti o grigliati), funghi (fritti!), bacon (fritto!), 3 fette di pane (fritto!) e poi salsicce, fagioli e patate (stranamente non fritte!).

Ora, a parte le varie considerazioni alimentari sulle quali meglio sorvolare, ma mi volete spiegare perché si ostinano ancora a chiamarla breakfast?!?!?!? Prima di tutto break de che cosa, visto che ti sei appena alzato!!! Forse break dal sonno? E poi fast de che visto che per consumarla come minimo ti bruci mezza giornata di vacanza (per non parlare poi delle varie conseguenze durante la digestione!)

Eppure al tavolo accanto al mio ho visto due vecchiette arzille trangugiare e bissare tale porzione nello stesso tempo che io ho impiegato per sbucciare una banana!

"Sir?"
"May I have some brauwn toasts, marmelade and orange juice, please?"
(son sicuro che le vecchiette, sentendomi ordinare, hanno pensato fossi allo stato terminale di qualche inguaribile malattia intestinale!)

Inizia così il quarto giorno, con la pancia leggera e l'alito fresco! :))
La Cornovaglia ci aspetta!!!

4° giorno: Looe - Polperro - Fowey - Charlestown - Porthleven 

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Eccoci subito a Looe, più boe che abitanti, quasi!

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Looe...Looe...Looe

No, scusate, ora io dico: ognuno è libero di chiamare una città, presumibilmente la propria al momento della sua fondazione, come meglio crede, ok.
Lo ha fatto Romolo, lo ha fatto Enea, lo hanno fatto tutti!

Però la tua città non puoi chiamarmela "cesso"! E' scorretto! In tutti i sensi!

Peggio della famiglia "Maggio" che ha chiamato "Primo" il proprio figlio, o della famiglia "Scopa" che ha chiamato la figlia "Tina" (giuro, entrambi esistono, li ho trovati sull'elenco e vi assicuro che c'è di peggio!)

D'accordo, al battesimo della città sul registro ci hanno aggiunto una "e" finale, ma se tu poi me la pronunci alla stessa maniera di "loo" non è carino nei confronti della tua cittadina, soprattutto quando questa cittadina è davvero un gioiellino!

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Avvolta in un'atmosfera da favola, spesso immersa nelle sottili nebbie britanniche, con le sue casette colorate che sembrano abbracciare le rive del fiume, fino alla spiaggetta sulla costa, Looe sicuramente è stato uno dei posti più incantevoli di tutto il viaggio. Voto alto.
 
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 E poi sono riuscito a scattare questa foto a mio avviso molto particolare; guardatela iniziando dal basso e facendo poi scorrere lo sguardo verso l'alto...

  Looe - Fila di boe rosse
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Dopo Looe, si fa tappa a Polperro, altrettanto deliziosa, anche se più turistica.

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Per arrivarci occorre posteggiare la macchina fuori dal paese e munirsi di soldi spicci per il parcheggio.

Non li avete? Nessun problema! Il mega posteggio è fornito di una macchinetta cambia soldi...sapete no, quelle in cui metti una banconota e quella te la macina restituendoti l'equivalente monete.
Eccola qui. Ma attenzione! Le monete cambiate devono essere usate esclusivamente per pagarvi il biglietto.

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Nun ce provate!!!


Ma dico, non potevano dotare la macchinetta dei biglietti di un lettore di banconote con l'opzione resto?!?!?!

(ovviamente noi abbiamo fatto la scorta di spicci, tie'!)

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Dopo Polperro con un traghetto si arriva subito a Fowey.

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Quindi si fa tappa a Charlestown, famosa per i suoi velieri in esposizione, molti dei quali vengono usati a scopi cinematografici:

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Tutte queste cittadine sulla costa sono caratterizzate da un fattor comune;
Il mare, direte voi.  Neeeaaaa
Le case? Neeeaaaa
La gente? neeeaaa

Ma allora cosa?

L'urlo incessante dei gabbiani!!!

Molto suggestivo...quasi inquietante...troppo!!!

E indovinate in quale di queste cittadine erano più incazzati? Ma nell'ultima, no? In quella in cui avremmo dovuto dormire!!!  Cioè Porthleven, detta anche la città dalle barche arenate (oltre che dei gabbiani incazzati!).

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E sì, perché qui la marea fa questi scherzi.
Tu lasci la tua barchetta posteggiata in mezzo al porto e poi il mare che fa? Se ne va via, lasciando la tua barchetta così:
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:)))

E intanto i gabbiani continuavano ad urlare come pazzi! Che ve possino!!!

Poi ho anche capito perché urlavano come dannati! Non mangiano!!!

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Per fortuna poi che con il buio si sono tutti azzittiti e si è potuto dormire!!!

A proposito, sapete mica come si chiama il verso del gabbiano? Pare che comunemente si usi il verbo "garrire", anche se mi piace di più il poetico e molto più onomatopeico "stridio del gabbiano".

5° giorno: Penzance - Moushole - Porthcurno - Land's End - Botallack - St. Ives - Lanteglos

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Continua il viaggio lungo le coste. Oggi arriveremo alla punta estrema ovest dell'isola (Land's End) attraverso un percorso lungo tutte le coste frastagliate.

Prima tappa Penzance; nulla di straordinario

Molto più caratteristica, invece, Mousehole (ma se po' chiama' na città "tana del topo" ??? Quasi peggio di Looe!!!).

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Qui quasi tutte le case sono in pietra, stradine strette, atmosfera tranquilla e rilassata... un sogno.

Guardate poi questo terrazzino sul mare, con tanto di insalata a disposizione...

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Dopo la "Tana del Topo" eccoci a Porthcurno, sede di un teatro all'aperto molto spettacolare, così come spettacolari sono le sue rocce, a picco sul mare.

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Interrotte a volte da lingue di sabbia:

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Forse dalla foto no si capisce, ma i coraggiosi in acqua indosano tutti le mute!

E finalmente...

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Il nome, in origine, voleva indicare una specie di "fine del mondo" , in realtà oggi è un vero e proprio sito dedito al business turistico. Basti pensare che il mega posteggio a disposizione è praticamente più grande dell'intero posto da visitare!!!

Immancabili i cartelli inverosimili come questo:

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sotto il quale un omino ti componeva il nome di una città a tua scelta al modico prezzo di una sterlina.
(guarda caso avevo il teleobiettivo montato e questa l'ho fatta di straforo! :)))) )

Suggestivo anche questo cartello...soprattutto al pensiero di ciò che rappresenta:

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Mi immagino un naufrago che approda sulle scogliere e si trova davanti a questa "First Refreshment House"...ma che je ne po' frega' se è la prima o l'ultima?!?!? A quello nun je pare vero d'esse ancora vivo!

E poi "Last" de che? L'ultima è se uno decide di buttarsi in acqua e nuotare verso Ovest! Ma voi vi buttereste qui?

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Tutto ciò, comunque, nulla toglie alla particolarità del posto, perennemente violentato dalle acque e di sicuro molto spettacolare.

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Per chi fosse interessato può tornar comodo sapere che tutte le coste della Cornovaglia sono percorribili a piedi attraverso sentieri tracciati.
Si organizzano tour per percorrerla tutta o parte di essa, zaino al seguito o, per i più pigri, trasportato da apposite agenzie di servizi.
 
Da Land's End si arriva subito a Botallak, sede di vecchie miniere ora abbandonate.

Anche qui gli scorci sono incantevoli quanto suggestivi, punteggiati dai resti delle antiche miniere e ciminiere.

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Si sta facendo tardi...St. Ives, il regno dei surfisti, ci aspetta:
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Incredibile la quantità di surfisti: vi assicuro la foto non rappresenta al meglio lo spettacolo che offre la vista di questa insenatura.

Non avendo il surf al seguito né gana di affitarlo (anche perché nun ce so anda'!), la tappa a St. Ives è assai rapida.

La giornata continua con la visita di Newquay (niente di che) e l'arrivo al Golf Park Hotel di Lanteglos.
Non fraintendetemi per la scelta dell'albergo: non ho mai sopportato il golf, non l'ho mai capito, non l'ho mai considerato uno sport; ho prenotato qui solo perché ho approfittato di una mega offerta :))

6° giorno: Clovelly - Exmoor Park - Lynton - Bath

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Oggi si ritorna nel Devon.
Prima tappa Clovelly, ovverosia come far diventare business un paese di quattro anime.
Ma andiamo con ordine.

All'arrivo la prima sorpresa: il mega posteggio è gratis!!!
Bene, anzi no, male: sono diffidente per natura davanti alla gratuità.Gatta ci cova.

E infatti un signore con una strana divisa ci dice subito:
"You must entry over there"
Agli ordini, capo!

"Over there"  aveva tutta l'aria di una biglietteria. Anzi lo era.
6,50 sterline, a testa.
Ok. Siamo arrivati fino a qui che fai, non entri?

Usciti dalla biglietteria siamo stati accolti da due asinelli che chiedevano l'elemosina per una foto (mi son rifiutato di dare loro la fatidica sterlina, ma se proprio ci tenete vado subito a fotografarvi due asini italiani).

Girato l'angolo c'era anche un gufo ammaestrato appollaiato sulla mano della padrona (un'altra sterlina per uno scatto, due se lo volevi tenere in mano tu!!!)

Poi c'era un gatto che sonnecchiava sornione su una sedia (ma questo non se lo filava nessuno, forse perché lo scatto era gratis!)

Infine il corso, pieno di bandierine:

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...oddio, chiamarlo corso forse è pretenzioso. Diciamo una stradina, la principale, anzi l'unica.

Che ti porta al porticciolo, questo:
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Ecco. Clovelly è tutta qui. Carina...anzi...CARISSIMA! :)))


Risaliamo quindi verso l'Exmoor Park, fermandoci a Lynton.
Qui non si paga per entrare. Non si paga neanche il posteggio.

La cittadina è assai suggestiva, sarà stato pure per il sole che ha rifatto la sua comparsa.

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L'immancabile foto al cimitero:

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Mangiato al The Oak Room degli ottimi scones, proprio mentre due ragazze di Tripadvisor consegnavano alla proprietaria targa "Eccellente". Anche io mi sento di dare un voto alto.

Lungo il tragitto visitiamo Minehead, una specie di Rimini in stile britanico.
Posteggio gratis. Massimo un'ora. Poi non ti devi far rivedere per le prossime 4. (Ricordate Dathmouth?
Non ci siamo stati 35 minuti, e non credo ci rivedrà mai più!
Ma, d'altra parte, ogni nazione con almeno un chilometro di spiaggia ha diritto alla sua Rimini, no?

Ultima tappa, Bath, ma prima arriviamo davanti a questo tollgate:

Vi ricordate la scena di "Non ci resta che piangere"?
"Chi siete?"
"Cosa volete?"
"Un fiorino!"

Ecco, qua sembrava ripetersi:

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Sembra sonnecchiare anche lui...ma provate ad avvicinarvi con un qualsiasi mezzo a motore:

"Who are you?"
"What do you want?"
"One pound!"

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Eccoci a Bath, presentata da tutte le guide come città romana.

A me piace presentarvela come città dei comignoli:

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Ovunque vi troviate è sufficiente alzare la testa per avere davanti scenari pittoreschi, molto particolari.
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La costruzione qui sotto è il "Crescent", un enorme palazzo a forma di semisfera, anche lui con tutti i suoi bei comignoli!

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Bath è famosa anche per le sue terme, ma è anche una piacevole cittadina dove passeggiare, magari scegliendo un vestitino appariscente, giusto per no ndare nell'occhio...

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Particolare il suo ponte...

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Che chissà perché mi ricorda tanto "Ponte Vecchio"...

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A questo punto il tour è finito. L'ultima tappa è Heathrow...e poi Roma.

Un grazie particolare per chi ha avuto la pazienza di leggermi fin qui. Per me è stato un piacere rievocare le varie tappe di un viaggio...è stato come riviverlo. Davvero.

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero